L’industria 4.0 è certamente un’occasione per la piccole medie imprese, ma non bisogna dimenticare che tutto il Piano europeo gravita attorno ad un semplice concetto: rendere intelligente la fabbrica, le macchine e quindi migliorare la produzione manifatturiera grazie ai software per ottimizzare i processi produttivi. Se ne è parlato durante il convegno organizzato nell’aula magna della facoltà di Economia a Brescia, dove è stato presentato uno studio su generazioni e responsabilità, senza mai dimenticare l’importanza dei valori tramandati dalle generazioni precedenti. Al centro del dibattito c’è stato infatti il passaggio generazionale che potrebbe essere incentivato proprio grazie al Piano Industria 4.0 e agli incentive promossi dal super ed iper ammortamento al 250%. Produzione e governance, margini operativi e investimenti ottimizzare i processi produttivi, innovazione e marketing. L’elenco delle questioni, da mettere sul tavolo al momento del passaggio di responsabilità alla guida di un’azienda familiare, potrebbe continuare a lungo. Per la stragrande maggioranza delle 98 piccole e medie imprese bresciane (tutte attive nel comparto manifatturiero), oggetto dell’analisi, i valori trasmessi sono proprio la base sulla quale costruire la continuità. La convivenza in azienda di diverse generazioni, che a volte si può trasformare in un problema, si costruisce tramite la formazione dei più giovani, sia internamente alla società, sia al suo esterno, con esperienze anche all’estero, lauree o corsi specialistici. Il problema emerge quando, non esistendo good practice consolidate sul passaggio generazionale, ogni piccola realtà si deve confrontare da sola sulla questione. La continuità deve essere quindi vista come un investimento, al pari di quelli in innovazione e tecnologia, dove bisogna capire con che tempi e a chi delegare per assicurare all’azienda la giusta innovazione per ottimizzare i processi produttivi anche tramite software che guardano all’Industria 4.0. Fonte: indagine condotta dai docenti Achille Fornasini e Alberto Mazzoleni, del Dipartimento di Economia e Management dell’università degli Studi di Brescia, in collaborazione con la società di consulenza manageriale e strategica Sei Consulting di Brescia e Banca Patrimoni Sella.