Industria 4.0 sarà un’occasione per l’innovazione delle Pmi di Brescia e provincia (ma non solo). Questo quanto emerso durante l’Assemblea annuale del Comitato Piccola Industria di AIB, organizzata in Villa Fenaroli a Rezzato. «Le Pmi saranno le protagoniste del cambiamento. La loro capillarità, la flessibilità e la capacità di innovazione saranno una forza nell’epoca della digitalizzazione: l’industria 4.0 è un’occasione per le piccole imprese italiane e per quelle bresciane di qualsiasi settore, anche se in pole-position ci sarà ancora il meccanico con la meccatronica. Oggi non conta più la dimensione, ma la differenza è fra l’azienda che sa stare sul mercato con prodotti originali, che si costruisce nuovi sbocchi, sa stare nelle filiere, nei sistemi, in partnerariato con le grandi realtà, e l’azienda che non sa muoversi, continua con il modello da terzista. La sfida è tra l’impresa che ribalterà la sua cultura in modo complessivo, perché non si tratta solo di saper smanettare, e quella che perderà il treno». QUESTO, nelle parole del leader nazionale della Piccola di Confindustria, Alberto Baban, il messaggio emerso dall’assemblea annuale del Comitato Piccola Industria dell’Aib a Villa Fenaroli di Rezzato: assise concentrate, nella parte pubblica – dopo quella privata culminata in un matching tra iscritti – sul tema «Nuova logica d’impresa. Verso il 4.0». Un impegno, al tempo stesso un imperativo, rimarcato nell’intervento di saluto dal prefetto di Brescia, Valerio Valenti, convinto che «anche la Pubblica amministrazione dovrà adeguarsi». E lo ha sottolineato il presidente della Piccola dell’Aib e vice nazionale della Piccola di Confindustria, Giancarlo Turati. «Per avere successo, la digitalizzazione richiede una nuova concezione d’impresa, un cambio di paradigma prima di tutto mentale al quale sono chiamati tutti gli imprenditori, manifatturieri e non – ha detto -. Sarà stravolto non solo il modo di fare azienda ma il modo di vivere: il processo deve essere complessivo e sinergico. Coinvolgerà il territorio, la cultura, le persone che resteranno pilastro della crescita, anche se il 50% dei lavori fra 5 anni sarà diverso e molte figure spariranno, lasciando il posto ad altre». Una prospettiva ribadita da Antonio Calabrò, vice presidente di Assolombarda. «Siamo dei sarti meccatronici, sappiamo fare quello che altri non sono capaci», ha detto. Se i settori tipicamente bresciani sono tra i favoriti, «siamo pronti, e molti di noi sono già avanti» ha garantito il leader dell’Aib Marco Bonometti. Rimane però qualche preoccupazione per il piano da 13 miliardi, a sostegno dei progetti delle Pmi in questo ambito, di un governo che non c’è più e non potrà battersi a Bruxelles contro il riconoscimento dello status di mercato alla Cina, visto dai relatori – coinvolti nella tavola rotonda moderata da Debora Rosciani di Radio 24 – come la «condanna a morte del made in Italy». Per Baban sono «pochi 13 miliardi per 280 mila Pmi, ma sono interessanti gli incentivi previsti, gli ammortamenti e le detrazioni: insieme offrono un’occasione da non perdere». PER FORTUNA ci sono i 150 miliardi di euro del piano Juncker, di cui 50 per le piccole e medie imprese. «Già 35 miliardi se li sono assicurati gli italiani anche se non lo sanno», ha spiegato l’europarlamentare Massimiliano Salini. Un’altra grossa possibilità verrà dall’accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo che, fino al 2020, metterà sul tavolo 90 miliardi per favorire la partecipazione delle piccole e medie alla rivoluzione tecnologica, con 30 diverse misure. La tempistica è meno pressante rispetto a quella del piano nazionale, «tuttavia il fatto che sia stato fissato un limite dal Governo, il 2017, è positivo per dare una scossa», ha evidenziato Mario Mazzoleni dell’università di Brescia. Il docente ha elencato le competenze necessarie in prospettiva – un impegno anche per il mondo accademico – e, come modello di condivisione, ha indicato il consorzio del Franciacorta visto che «aziende concorrenti hanno capito l’importanza di lavorare insieme, intesa come forza di fronte alla globalizzazione». Non solo business per le Pmi. Il leader nazionale della Piccola, ha invitato i bresciani a registrarsi al Pge, sito per la gestione delle emergenze connesso all’accordo con la Protezione civile, curato dalla Piccola. L’obiettivo è formare una rete di imprese per dare supporto in caso di calamità, come già sta avvenendo nel Centro Italia colpito dal terremoto. Verrà creato un fondo di solidarietà permanente che dovrà funzionare, in modo pragmatico, veloce e trasparente. «Ci sarà detto cosa serve e noi arriveremo», ha assicurato Baban. Fonte: Bresciaoggi, Economia 07/12/2016